Da che mondo è mondo c’è sempre stata (e sempre ci sarà) tra gli uomini la gara a chi può essere riconosciuta la maggior grandezza, chi si può considerare al di sopra di tutti, chi si potrebbe ritenere il vero vincente. Probabilmente anche tra gli apostoli -essendo uomini-, a un certo punto, si è cominciato a sentire l’esigenza di capire chi fosse il più grande. Comprendiamo bene questa competizione perché un po’ la ritroviamo in noi e un po’ perché le notizie, che ci giungono da ogni parte sulla situazione mondiale, partono e arrivano spesso proprio alla questione: chi è il più grande? Che spesso di traduce in: chi è il più forte! …proprio come gli animali nella giungla! Ma quello in cui viviamo è il regno degli uomini o delle bestie? Perché nel “regno di Dio” gli uomini, e perfino gli animali (secondo la profezia di Is 11,6-9), non si valutano sulla forza. Forse per questo anche Gesù sente il dovere di chiarire: “Allora chiamò un bambino, lo pose in mezzo a loro…” (Mt 18,1ss.). E quel giorno Gesù, per spiegare meglio, chiamò proprio un bambino, tra i quali c’erano dei piccoli “garzoni” -quelli che facevano i lavori più umili-, e davanti alla richiesta dei discepoli rispose con un gesto significativo, accompagnato da parole di peso, per indicare la sua predilezione per i piccoli, cioè quelli che non avevano diritti ma solo compiti, che non contavano nè avevano peso e il cui numero e la cui presenza era ininfluente…proprio come quei bambini di cui oggi vediamo le immagini nei TG, a cui manca da magiare, la possibilità di un’istruzione e soprattutto un futuro certo, ma davanti ai quali ormai non siamo più turbati: ci abbiamo fatto l’abitudine. Quel giorno sembra proprio che Gesù introdusse logiche che rivoluzionarono le gerarchie; ma anche dopo più di 2000 anni non riusciamo (o non vogliamo?) comprendere. Infatti, davanti alla questione di chi è il più grande in mezzo a noi? O chi sono i grandi? O a chi oggi noi diamo il nome di “grandi”? A chi va la nostra attenzione? A chi diamo importanza? …ognuno fa il tifo per questo o per quello; e così tutto diventa una lotta di parti più che di princìpi evangelici.

J. Sorolla “Bambini in spiaggia” (1899) Nel gesto e nelle parole di Gesù non vi era solo il tentativo di scombinare le cose e creare scompiglio, nemmeno un invito ad essere “infantili”, ma inaugurare un regno, dare inizio a una comunità, che capovolgesse i criteri, per la quale importanti sono quelli che non contano. Non quelli che si fanno servire, ma quelli che servono. “Se non diventate come i bambini non entrerete nel regno dei cieli”. Il card. Martini la chiamava “una Comunità alternativa”. Egli scriveva: “C’è un aspetto di profonda verità in coloro che riscoprono la chiesa come “comunità alternativa”, a partire dall’esperienza della chiesa degli apostoli. Di fronte alla solitudine dell’uomo prigioniero dei propri idoli, la comunità dei discepoli che si vogliono bene annuncia il dono di una comunione nuova, possibile per la grazia di Dio. Come si può definire una “comunità alternativa”? È una rete di relazioni fondate sul vangelo, che si colloca in una società frammentata, dalle relazioni deboli, fiacche, prevalentemente funzionali, spesso conflittuali” (“Ripartiamo da Dio” – Lettera Pastorale ’95-’96). Ci potremmo domandare se nel grave compito educativo che le generazioni “adulte” vi sia la priorità di trasmettere ai giovani il desiderio di “diventare grandi”. Dove però “grande” si concilia con l’invito di Gesù. Diventare grandi in questo caso significherebbe, paradossalmente, diventare come bambini, cioè capaci di mettersi a servizio senza badare alle convenienze, ai privilegi, alle conquiste. Forse è proprio questo l’ideale che i giovani di oggi stanno aspettando di vedere per ritornare a investire seriamente nella fede; esempi di vita che non si dicono riusciti perché sono in cima al mondo, perché ne sono i padroni o perché lo fanno girare come vogliono. Potrebbe sembrare questa un’utopia… ma perché l’altra, quella di diventare re del mondo è una realtà? Coloro che hanno fatto (e fanno tutt’oggi) a gara per dimostrare il loro trionfo dove sono? Che cosa hanno dimostrato? dgc

